I nostri vini

Trasformiamo l’uva, una materia viva che tale dovrà manifestarsi in bottiglia e nel bicchiere, un liquido vivo…, una bevanda/alimento.

Dimà

Uvaggio: Malvasia di Candia 95% , Trebbiano toscano 5%

Gradi alcolici 12%

Raccolta manuale, fermentazione spontanea in vasca di cemento con macerazione a contatto con le bucce di 16 ore circa e maturazione in acciaio per 7 mesi.

L’incastro

Uvaggio: Cabernet Franc 60% Cabernet Sauvignon 40%

Gradi alcolici 13,5%

Raccolta manuale, inizio fermentazione spontanea con il 90% di macerazione sulle bucce; pressatura soffice e aggiunta del 10% delle due uve a grappoli interi.

Fermentazione in vasca di cemento per 25
giorni.

Maros

Rosato Lazio IGT

Uvaggio: Grenache 100%

Gradi alcolici 13%

Raccolta manuale, fermentazione spontanea in acciaio.

Torrebruna

Uvaggio: Cabernet Franc 60% Cabernet Sauvignon 40%

Gradi alcolici 13%

Raccolta manuale, fermentazione spontanea in vasca di cemento per 15 giorni, maturazione sempre in cemento per 5 mesi e ulteriori 10 mesi di maturazione in tonneaux da 500 lt e barrique entrambe di 3° e 4° passaggio. 5 mesi di affinamento in bottiglia.

‘Na Stilla

Uvaggio: Cabernet Franc 60% Cabernet Sauvignon 40%

Gradi alcolici 13%

Raccolta manuale, fermentazione spontanea in vasca di cemento per 15 giorni, maturazione sempre in cemento per 5 mesi e ulteriori 10 mesi di maturazione in tonneaux da 500 lt e barrique entrambe di 3° e 4° passaggio. 5 mesi di affinamento in bottiglia.

…”Sono lieta, in mezzo alle mie tristezze mediterranee, di essere qui. E dirvi com’è bello pensare strutture di luce, e gettarle come reti aeree sulla terra, perché essa non sia più quel luogo buio e perduto che a molti appare, o quel luogo di schiavi che a molti si dimostra… A dirvi come sia buona la Terra, e il primo dei valori, e da difendere in ogni momento. Nei suoi paesi, anche nei suoi boschi, nelle sorgenti, nelle campagne, dovunque vi siano occhi – anche occhi di uccello o domestico o selvatico animale. Dovunque siano occhi che vi guardano con pace o paura, là vi è qualcosa di celeste, e bisogna onorarlo e difenderlo. So questo. Che la Terra è un corpo celeste, che la vita che vi si espande da tempi immemorabili è prima dell’uomo, prima ancora della cultura, e chiede di continuare a essere, e a essere amata…”. …”C’è un mondo vecchio, fondato sullo sfruttamento della natura madre, sul disordine della natura umana, sulla certezza che di sacro non vi sia nulla. Io rispondo che tutto è divino e intoccabile: e più sacri di ogni cosa sono le sorgenti, le nubi, i boschi e i loro piccoli abitanti. E l’uomo non può trasformare questo splendore in scatolame e merce, ma deve vivere e essere felice con altri sistemi, d’intelligenza e di pace, accanto a queste forze celesti.”

A.M. Ortese – Corpo Celeste